Oggi tocchiamo un argomento delicato, al meno per me: il materiale fotografico rubato (che poi potete estendere il discorso anche ad altri oggetti, per carità). Ci sono stati due episodi che mi hanno segnato negativamente nel mio percorso fotografico: il primo nel lontano 1995, notte di San Lorenzo, di stelle cadenti e di furti a casa. I ladri si son portati via tutta l’attrezzatura che avevo ereditato da papà, o meglio gli avevo sottratto visto che lui non la usava mai e pian piano mi ero allargato parco ottiche e compagnia dicendo. Era una splendida Canon AE1, quando ancora potevo dire di fare fotografia, stampare in camera oscura la maggior parte dei miei esperimenti che mi aiutavano a migliorare e gli automatismi erano un miraggio per ricconi.
La seconda volta è ahimè più recente, sono caduto nel raggiro di un abile professionista che ha una sfilza di denunce simili alla mia per truffa, che faremmo notte ad elencarle tutte. Questa volta ci ho rimesso una Nikon D2X, ma se più di una volta è andato a finire addirittura su Striscia la Notizia, io cosa potevo farci?
In entrambi i casi ovviamente mi sono fatto il solito giro di posti dove sarebbe stato possibile ritrovare parte o tutto il mio materiale fotografico, tanto che per la Canon riuscii a ritrovarla a Porta Portese (aveva un’ammaccatura tutta sua dopo che mi era caduta a Venezia), ma risalendo al 1976 il suo acquisto, non potevo comunque dimostrare in alcun modo che ne fossi il legittimo proprietario. Comunque tutto questo discorso per dirvi che io sono più che contrario a comprare merce rubata o di dubbia provenienza: solitamente quando qualcosa che ha un valore ben preciso è venduta in modo che ci sia l’affare per chi compra, la cosa dovrebbe puzzare. Sarà che ci sono passato anche in altri occasioni con il subire furti che, bene o male, ti mettono con il sedere per terra, che pensare di comprare qualcosa tolto a persone che hanno patito gli stessi sacrifici per comprare gli oggetti derubati prima e per magari sostituirli dopo, mi mette abbastanza rabbia. Tanto da arrivare a discutere con amici che vedono invece l’ottica del guadagno facile e dell’affare alla portata di mano.
Tutto questo preambolo per annunciarvi l’esistenza di un sito, PropertyRoom.com, dove la refurtiva confiscata dalla polizia, viene messa all’asta. Il discorso è leggermente differente: qui si spera che siano stati fatti prima i match con i numeri seriali (quando è possibile ovviamente) e una volta verificato che non c’è traccia della denuncia, si cerca di smaltire quintali di oggetti che resterebbero inutilizzati, purtroppo. In più, almeno per alcune cose, è possibile anche fare le proprie segnalazioni di oggetti che ci sono stati rubati, in modo da sperare in un possibile match futuro, con la restituzione del tutto. La speranza è l’ultima a morire…
Non so se hai letto ma i prodotti che trovi su quel sito, non posso essere spediti fuori dagli USA.
Ciao Luciano,
l’articolo è del 2011, di tempo ne è passato 😉
ed allora cancellatelo dato che è inutile.. a cosa serve vedere articoli che non possono essere comprati?