Il designer Jean Michael Bonnemoy ritiene che le fotocamere tradizionali siano concettualmente errate dal punto di vista del loro design, il cui stesso sviluppo non tiene conto dei progressi tecnologici, quanto sia più ancorato a una tradizione dura a morire, come la necessità di contenere una pellicola al suo interno che ne condizionava la forma.
Definendole poco ergonomiche e di difficile utilizzo, propone il concept della sua rivoluzionaria D-CAN, che si sviluppa come un telescopio per via della sua forma cilindrica. Sulla parte frontale un obiettivo dalle generose dimensioni, ottica stabilizzata, zoom potente, leva per le macro, ghiera per la messa a fuoco e copri obiettivo a scorrimento, così da non poterlo perdere.
Sulla parte posteriore invece, troverebbe alloggio il mirino elettronico, che potrebbe essere utilizzato sia a livello oculare, sia come sistema d’ingrandimento per una messa a fuoco più precisa e accurata. Lo schermo potrà a sua volta essere sollevato, in modo da accedere al vano batterie e alle varie connessioni.
Il corpo della D-CAN ospiterebbe invece i vari comandi, la slitta per il flash esterno, il microfono direzionale o il trigger, il cursore per l’esposizione, le prese per cuffie e microfono esterni. Attraverso le ghiere si potrebbero controllare poi tempi, diaframmi, pulsante di scatto, blocco AE/AF e ISO.
Fonte PetaPixel.