Se scattare foto è la vostra passione e condividete online le vostre immagini, siate pur sicuri che anche altri le stanno utilizzando. Sui loro blog, sulle fan page di facebook, sui gruppi, come sfondi… la cosa peggiore è quando sono i media ad approfittarsene per colorare una notizia.
A me personalmente è successo decine di volte (quelle di cui mi sono accorto o che qualche collega mi ha segnalato), lo stesso dicasi per loro. Prima di arrivare alle vie legali, si cerca sempre il compromesso con chi ha agito senza il nostro consenso, alle altre bisogna faticare parecchio di più, che chi è in torto, un certo tipo di musica proprio fatica a recepirlo.
Nei giorni scorsi è accaduto qualcosa di simile e particolare allos teso tempo, al fotografo Jonathan Kent, che si è accorto che una sua fotografia a Mary Ann Okota di Channel 4, era stata pubblicata dal Mail online, ovviamente senza permesso. Senza perdersi d’animo Kent ha avvisato il British Journal of Photography e il Mail ha iniziato la pratica del risarcimento.
La foto è stata però ripresa anche dal Daily Telegraph, ma la risposta in questo caso, è stata che considerando le news online e la velocità in cui vengono pubblicate, non è sempre possibile rispettare le regole del copyright. Inoltre se le immagini utilizzate non hanno un valore artistico particolare e non hanno l’esclusiva (ma se vengono copiate come si fa a parlare di esclusiva?), allora il detentore del copyright non dovrebbe aver molto da ridire, in cambio del giusto compenso. Ora lo scontro è proprio sul compenso, perché alle 400 sterline offerte dal vice foto editor Matthew Fearn del Daily (8 volte il valore di mercato), Kent ha risposto con una pretesa di 1000 sterline.
Da fotografo mi trovo ovviamente a schierarmi dalla parte lesa e non gradirei ricevere una risposta del tipo di quella che vi ho riportato, perché se è vero (ammesso e non concesso), che hai l’urgenza di trasmettere una news calda e hai scelto proprio una delle mie immagini per arricchirla, allora sei tu che devi trovare anche il modo per metterti in contatto con me, se non preventivamente alla pubblicazione, dati i caratteri temporali urgenti, quantomeno successivamente alla pubblicazione della stessa.
Per quanto riguarda l’esclusiva, mi viene da sorridere (un sorriso amaro ovviamente): quando ci fu il caso dell’incidente alla Pandolfi che coinvolgeva un “collega”, diciamo così, mi resi conto di uno strano movimento sul mio account Flickr, proprio in relazione alle immagini dell’attrice, con picchi di migliaia di visite superiori alla norma. Ovviamente mi sono messo alla ricerca di chi stava utilizzando la stessa senza autorizzazione e ho preso i dovuti provvedimenti.
Per quanto mi riguarda, la risposta più divertente fu da parte di una nota rivista cinematografica che mi propose, per tacitarmi all’istante, una collaborazione lavorativa con loro. Io risposi che se mettevano nero su bianco il loro impegno e la loro offerta a farmi lavorare continuativamente con loro, precisando ovviamente i compensi previsti per le mie foto, la cosa si sarebbe potuta tranquillamente fare. Prima di saldarmi quanto richiesto tramite lettera dell’avvocato, mi ricordo la minaccia che puntualizzava come la mia scarsa collaborazione a fidarmi avrebbe pesato negativamente sulla mia candidatura lavorativa.
Grasse risate, ma come: mi rubi la foto, la modifichi in modo da eliminare il copyright visibile sulla stessa (il che dovrebbe già suonarti come campanello d’allarme), ti rifiuti di pagarmi, proponi l’esca della collaborazione lavorativa per non pagarmi e poi dici che non la prenderai in considerazione? Ma chi ti ha chiesto niente.
La magra consolazione è che non è solo l’Italia il Paese dei furbi, a quanto pare, ma almeno sembra che altrove, una volta scoperti, i “colpevoli” in qualche modo pagano, o cercano di risarcire. Da noi invece, no. Come al solito…