Lug 062011
 

E’ attualmente in fase di field test (quindi ristretta a pochi eletti su invito diretto) il nuovissimo servizio Google+ o Google Plus che dir si voglia, potenzialmente il social network più a 360° che ci possa essere. A discapito di tutti gli altri, ovviamente.

Classica registrazione anagrafica e poi via, si inizia a costruire e creare il proprio network attraverso le Cerchie e basterà un semplice Drag&Drop per decidere con chi condividere cosa di volta in volta, un po’ come ha intuito andasse fatto Facebook, ma con sei anni di ritardo dal suo sviluppo. gioco fora che solo i nuovi utenti magari sfruttano la cosa. Altro merito è quello di poter bloccare la condivisione: se volete che una cosa non esca dalla vostra cerchia di amici selezionata, anche semplicemente perché qualcuno di questi la condivide nuovamente rendendola pubblica anche ad altri, basta postare e poi disabilitare la funzione per quella singola cosa.

Le cerchie tornano utili anche in fase di streaming: si può infatti gestire il flusso delle notizie altrui in base ai propri interessi e gruppi specifici. Il filtro incoming invece, mostra i post di chi ci segue, ma non è stato a sua volta ricambiato.

Un punto di forza è rappresentato dagli spunti (sparks), una sorta di feed in base a interessi e argomenti, così da non rimanere mai a corto di idee. Chissà che non lo si possa sfruttare proprio al posto del più classico reader o integrarlo con lo stesso e se abbia l’immediatezza di Twitter. Ci sono poi i videoritrovi (hangouts), il caricamento istantaneo (instant upload) e Huddle, una chat allargata a più persone, per potersi mettere tutti d’accordo contemporaneamente.

Quello che ci interessa da vicino, a parte il lato sociale ovviamente, è l’innovativa sezione dedicata ai caricamenti automatici: basta scattare foto o girare video con il proprio cellulare, che il materiale verrà automaticamente caricato in un album privato su G+, poi starà a noi decidere cosa condividere e con chi.

La rivoluzione ha interessato anche altri prodotti esistenti come Picasa e Blogger, che perdono i loro nomi e cambiano in anagrafica, guadagnandoci il cognome della casata: infatti saranno rispettivamente Google Photos e Google Blog, mai più anonimato. L’eccezione che conferma la regola è invece rappresentata da You Tube, che non subisce variazioni, mentre chiunque abbia un account Google Video, sa che a breve non si potrà più accedere ai propri filmati, quindi il consiglio è di salvarli ora. Quale sarà la mossa di Flickr per arginare la possibile “fuga di cervelli” e quali le contromisure di tutti gli altri?

gongolo

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