C’era da aspettarselo che prima o poi, l’uomo avrebbe finito con il dare in pasto alle fiamme una delle sue opere antiche che più colpiscono l’immaginario artistico del turista. Così dopo l’incendio di Roma ad opera di Nerone, le fiamme tornano nella Capitale, ma questa volta vittima designata è il Colosseo. Quasi un grido di vendetta, perché l’Anfiteatro Flavio prende il nome proprio dall’enorme statua che raffigurava l’Imperatore romano, il Colosso di Nerone appunto, del quale è pervenuto ai giorni nostri, solo il basamento e il lontano ricordo.
Ma le fiamme questa volta non bruciano, almeno materialmente. Non consumano. Sono un allarme, un monito, lanciato dai due artisti Thyra Hilden (danese) e Pio Diaz (argentino), che con il loro Coliseum on Fire, arricchiscono il loro progetto mondiale City on Fire di un altro simbolo importantissimo. Questa volta la gente non fugge, ma viene attratta magneticamente. Come pellegrini verso la meta. Nella speranza che il messaggio arrivi e permanga.