Rugiada

Affascinante, avvolgente, caliente… o almeno per le temperature proposte. Giudizio estremamente positivo per quel che riguarda Valencia, dove sono stato la recente settimana godendo di un bellissimo regalo di compleanno. L’arrivo è stato molto istruttivo e viene da chiedersi perché persone con poteri decisionali per le nostre realtà cittadine e locali, non facciano più spesso dei viaggi mirati, per far ritorno in Patria con alcune conoscenze utili per il cittadino.

Vado a spiegarmi: sbarcati dall’aereo ci dirigiamo verso la fermata della metropolitana che fa capolinea sotto l’aeroporto. Prendiamo due Valencia Tourist Card da 72h ciascuna per la cifra di € 20. A chi possa contestare detta cifra confrontandola con l’equivalente biti capitolino da € 11, ricordo che dovrebbe aggiungerci anche il prezzo della corsa in taxi o su ferrovia dall’aeroporto alla città, ma questo è un altro discorso. Ovviamente suddetta carta viaggi offre la possibilità di richiedere sconti in numerosi luoghi turistici, abbattendo così il costo della permanenza e della scoperta di una città. L’attenzione all’ambiente prevede poi che alle fermate della metro, siano presenti dei raccoglitori delle medesime, in modo che il chip contenuto in esse posa essere riciclato e riutilizzato, così come il badge in plastica.

Le linee della metropolitana sono cinque, noi abbiamo usufruito solo della numero 5, quella di color verde. Un treno composto da vagoni comunicanti tra loro, senza porte di separazione, con telecamere a 180° poste sul soffitto ad intervalli molto regolari (proprio lo stesso giorno del nostro arrivo su una tratta di percorso c’è stato un violento attacco di bullismo ai danni di un adolescente, ripreso, trasmesso sui notiziari e che ha permesso di inchiodare subito il colpevole, ovviamente prontamente arrestato e inchiodato dalle sue gesta).

Neo della metropolitana un’aria condizionata forse troppo efficiente, tanto che fuori si cammina tranquillamente in Tshirt, ma dentro bisogna mettersi qualcosa per coprirsi. I vagoni sono lindi e pinti, vetri, tappezzeria (curata in ogni suo particolare), pavimenti, sostegni e qualsiasi altra cosa possa venirvi in mente. In ogni vagone ci sono vari cestini per la spazzatura. Il giorno della partenza invece, la metropolitana è arrivata profumata e sembrava nuova per quanto fosse pulita all’interno, come se non fosse stata sufficientemente curata in precedenza.

Ora sono d’accordo con voi, si parla anche di civiltà, di cultura e di impegno da parte nostra. Sicuramente non sono le classi gerarchiche che imbrattano i nostri suoli, i nostri mezzi, che sporcano, scrivono e rompono tutto. Ma noi cosa facciamo nel nostro piccolo? Quando ci si accosta un auto dalla quale il conducente cicca in strada e getta allegramente il mozzicone dal finestrino (quando ci va bene si limitano a questo), noi che siamo al suo fianco interveniamo in qualche modo? Sono stato pochi giorni per le strade di Valencia, per carità, non sono sufficienti per giudicarla e idolatrarla, non ne conosco ogni aspetto. Posso però dire che se il giorno della partenza, ovvero il 1 maggio, festa dei lavoratori anche per loro, ho visto il risultato del riposo degli spazzini consistere in qualche foglia e alcune cartacce, forse qualcosa che non va nei nostri comportamenti c’è.

Jardín del Turia

Va bene, hanno una ditta che si occupa della pulizia delle loro strade molto efficienti. Sarà solo questo? La maggior parte del tempo l’abbiamo trascorsa nel Jardín del Turia, che offre da solo molte meraviglie e tantissime cose da vedere per più giorni. 110 ettari di estensione, che ne fanno il maggiore parco pubblico della Spagna. Nel 1957 ci fu una grande inondazione a Valencia e del fiume Turia è rimasto solo il letto a causa di una deviazione del suo naturale corso per evitare simili incidenti. Nel 1986 è cominciata la trasformazione nel grande polmone verde nel cuore della città che ospita numerose attrazioni turistiche, delle quali vi parlerò meglio nei prossimi giorni.

Lo sport la fa da padrone all’interno di questo parco pubblico dove a tutte le ore si trovano persone che fanno passeggiate, che corrono, che vanno in bicicletta, sugli skate, sui roller e chi più ne ha più ne metta. Ci sono aree attrezzate che io a Roma non ho mai visto. O meglio, anche noi abbiamo le zone con panche, barre per trazioni e altri validi strumenti di supporto per il nostro esercizio all’aria aperta, ma cyclette, vogatori e altro perfettamente funzionanti, di libero accesso e intatti devo ammettere che non ne ho ancora visti in giro. Sarà perché da noi va di moda lo spinning… Veniamo alla nota dolente di tutti i parchi pubblici cittadini: la sicurezza. Qui da noi sono per la maggior parte recintati, penso alle ville romane e rispettano dei rigorosi orari di apertura che vanno dall’alba al tramonto, per non parlare di quelli speciali (faccio l’esempio del roseto) che seguono ritmi stagionali per ovvi motivi.

Il Jardín del Turia non ha recinzioni di alcun tipo, salvo quelle dei lavori in corso per un ampliamento dello stesso, ma quelle non credo che contino nel nostro confronto. Con tutto l’afflusso di locali turisti, potete da soli immaginare il caos in terra. Come no, non c’è una cartaccia a volerla pagare e sì che le persone che hanno approfittato delle splendide giornate per i loro pic nic improvvisati non mancavano. Semplicemente a fine di ogni attività privata, si raccoglie il tutto e lo si getta negli appositi spazi. Sarà colpa di multe severissime? Sarà perché temono le sanzioni e la giustizia? Sarà perché rispettano quanto hanno a disposizione, lo difendono in prima persona e danno un esempio? Sarà semplice fatto mentale e culturale? Davvero non lo so e non posso dire nulla di più. Ma quello che ho visto è che la metropolitana, il parco pubblico, il centro storico e le strade cittadine riflettono tutti la medesima armonia. e vorrei tanto una simile realtà qui da noi.

Per concludere queste mie prime riflessioni sul recente viaggio a Valencia, non posso non notare che los tienen mas largo

In Valencia thay have really long

gongolo

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