Apr 192010
 

Luxometro

Prendiamo la DeLorean parcheggiata nel vialetto di casa e andiamo indietro di pochi anni, solo fino al 2006. Attualmente è lì che sono fermo con l’archivio fotografico, o meglio, sono arrivato a rispolverare fino al mese di settembre di quell’anno e quindi, proseguendo con ordine, pian piano riuscirò a rimettere online tutto quello che si è perso con i vari aggiornamenti di siti/blog, ma ogni tanto pesco qualcosa che non avevo mai pubblicato e che era lì in attesa sempre di quel famoso: “Quando avrò tempo… quando avrò tarato il monitor… quando avrò il sito nuovo… quando avrò il Mac…”

Correva l’anno 2006, come già abbiamo detto, o per essere più precisi, qui gli anni corrono proprio tutti. Una schioppettata. Ci si apprestava a godersi la Notte bianca, la quarta per la Capitale. Tra le molteplici iniziative che di consueto si susseguono durante questi eventi, uno aveva colto nel segno… ed è quello che secondo me è stato maggiormente sprecato: il Luxometro.

Prendi il Gazometro (o Gasometro che dir si voglia) con i suoi 92 metri di acciaio che si affacciano sul Tevere. Parlo della struttura più grande, edificata nel 1937, perché a Roma, nel quartiere Ostiense o ex industriale ce ne sono tre in tutto, i due più piccoli costruiti nel 1910 e sono stati utilizzati fino agli anni ’60 per accumulare il cosiddetto “gas di città”, che veniva sfruttato per usi domestici e per illuminare l’Urbe. Dai importanza a questo esemplare di architettura industriale, nei pressi vi è anche il meglio conosciuto Ponte di Ferro, ricoprilo con oltre 10 chilometri di fibra luminosa e continua, composta da più 1 milione di lampadine LED, prendi l’idea di Angelo Bonello, realizzala grazie a Kitonb ed ecco cosa ottieni: un monumento attuale, rivalorizzandone uno del passato.

Ora, allo spettatore, al turista, al romano è stato dato modo di assistere allo spettacolare e suggestivo scenario solamente dall’8 al 16 settembre 2006, con giornate ed orari programmati, quindi neanche per tutta la settimana. In molti avrebbero voluto una Torre Eiffel capitolina, un monumento (che ribadisco esisteva già) riportato alla luce e adottato dalla città. Invece di smantellare il tutto, sarebbe stato bello e interessante studiare un piano che prevedesse il mantenimento dello status quo. Si poteva ipotizzare di accenderlo solo in determinate occasioni, destinarlo a meta di pellegrinaggio turistico e remunerativo, utilizzarlo per la rivalutazione del quartiere (che comunque si sta lentamente consumando). Ma l’azione scelta è stata quella dello smantellamento. Del Luxometro, ovviamente, tutto il resto della struttura è ancora lì. Visibile da lontano a tutti. Da vicino solo a pochi eletti, o dietro richiesta per raccomandata a/r con motivazione scritta.

Con l’occasione vi invito a guardare una foto scattata da Daniele Leoni quella medesima notte e che merita molta più attenzione che non la mia di apertura, ma io avevo altri grilli per la testa in quel periodo… e per chi avesse perso lo spettacolo, vi ripropongo un video celebrativo.

gongolo

 Leave a Reply

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>

(richiesto)

(richiesto)