Apr 132010
 

Fino all’11 luglio avrete tempo di recarvi presso il Palazzo delle Esposizioni di Roma per gustarvi la splendida mostra fotografica di Mimmo Jodice, inaugurata il 9 aprile e a cura di Ida Gianelli e Daniela Lancioni, per celebrare i cinquanta anni di attività del celebre fotografo italiano nato a Napoli settantacinque anni fa.

In mostra, circa 180 fotografie, scattate tra il 1964 e il 2009, tutte in bianco e nero e stampate per la maggior parte a mano dall’autore. Per prime si incontrano le Sperimentazioni, immagini risalenti agli anni Sessanta, esemplari unici con i quali l’autore sperimenta le possibilità espressive della fotografia. Arriva poi il momento dell’indagine sociale. Sono immagini “ben costruite” (all’opposto della poetica di Cartier-Bresson), tra cui quelle toccanti scattate a Napoli durante l’epidemia di colera. Dal 1978 sparisce, nell’opera di Mimmo Jodice, la figura umana. In Vedute di Napoli, il lavoro dell’artista partenopeo mostra un segno più radicale: alcuni particolari noti, quasi banali, oleografici, del paesaggio napoletano assumono il significato metafisico di vere e proprie icone. In queste fotografie, come nelle successive raccolte sotto il titolo di Rivisitazioni, Jodice non racconta più la scena reale, ma la utilizza per un lavoro di autoanalisi, svelando il dato surreale della vita di tutti i giorni. Con il successivo ciclo Mediterraneo, si arriva alle soglie degli anni Novanta. Sono le immagini tra le più note dell’autore, nelle quali protagonisti sono frammenti o particolari di antiche vestigia esaltati da uno sguardo capace di rivelare presenze magiche e vitali. Così come sorprendentemente vitali sono le fotografie della sezione seguente, intitolata Eden: alimenti, manichini, utensili, oggetti apparentemente familiari e innocui, secondo l’interpretazione dello stesso autore, che si trasformano, ai suoi e ai nostri occhi, in materia viva ed estraniante, dotata di forte aggressività. E’ la volta, poi, di Natura, sezione nella quale è la vegetazione, coltivata o selvaggia, a essere colta nella sua dimensione estraniante e visionaria. La mostra termina con l’ampia e più recente sezione dedicata al Mare: spiagge, isole, scogli, immagini distillate da ogni presenza urbanistica o umana, “paesaggi interiori” che conferiscono al nostro mondo una definitiva dimensione atemporale. La mostra è accompagna da un catalogo, a cura di Ida Gianelli, pubblicato da Federico Motta Editore.

Fonte Palazzo delle Esposizioni.

gongolo

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