Ognuno è libero di raccontare la propria storia come meglio crede, condirla con gli elementi a lui più cari e arrivare dove vuole. Facciamo salve queste premesse e concediamo a M. Night Shyamalan il suo finale a dir poco discutibile.
Ma prima di spingerci tanto oltre, ci sarebbe piaciuto trovare una trama, una corposità, una consistenza nel racconto, che valesse la pena il solo fatto del nostro concedere, ancora una volta, tempo e attenzione a chi ha saputo più di una volta tradire le aspettative. Non solo, a chi ha deluso e fatto flop, anche senza dover attendere chissà che cosa.
E venne il giorno, purtroppo, in cui il regista de Il sesto senso ha deciso che era tempo di riprendersi dagli ultimi disastrosi tentativi di fare del buon cinema e propiziarci un’altra sua contorta visione di una realtà da thriller onnipresente.
Elliot (Mark Wahlberg), Alma (Zooey Deschanel) e Jess (Ashlyn Sanchez) fanno parte di uno sparuto gruppo di fuggiaschi che cercano a tutti i costi di salvare la propria vita, minacciata da qualcosa che è presente nell’aria e da cui non c’è scampo: le persone finiscono con l’arrestarsi di colpo e porre fine alla propria vita senza opporsi all’insano gesto.
Dove andare, di chi fidarsi, cosa fare pur di portare lontano da casa la pelle, pur di garantirsi ancora qualche anno di vita?
E’ su questo che si basa la pellicola d Shyamalan, che onestamente, in alcuni tratti, riesce ad incuriosire e anche a creare un minio di tensione. Ma il tutto è però vanificato da protagonisti che non hanno spessore, sui quali non è costruita alcuna storia, che sono buttati lì nella mischia, senza un supporto alle spalle.
Elliot e Alma sono una coppia sposata che ha degli evidenti problemi. Lo si evince dai loro sguardi, dai loro dialoghi, ma non è dato sapere ad alcuno il motivo. Stesso dicasi per Alma e Julian (John Leguizamo), amico di Elliot, che non gradisce affatto i comportamenti della donna e nelle poche occasioni di confronto, è più che aggressivo verso di lei. Cosa c’è dietro questi personaggi che sembra abbiano molto da raccontare? Un paio di brandelli, anzi forse solo uno, da cui si dovrebbe evincere il tutto, accontentarsi o al limite, gradire il concetto che le persone di cui viviamo la tragedia, sono solo esseri umani, perfetti sconosciuti, di cui non ci è dato sapere altro, perché nella vita di tutti i giorni, alla fine, non conosciamo che il nostro piccolo cerchio di mondo e il resto è solo ombra.
Sorvolando sui personaggi, è innegabile che nella trama siano presenti degli spaventosi buchi, degli errori grossolani, che seppur si riesce per un istante a sorvolare su tutto e a cercare di farsi prendere dalla tensione che è nascosta dietro a troppe spigolature che distraggono l’attenzione, lo stesso si ripiomba immancabilmente in una severa critica. Che fa rimpiangere l’aver partecipato allo spettacolo.